Stai pianificando di acquisire un’azienda o una partecipazione in una società in Italia? Se sì, è importante sapere come strutturare al meglio il processo e considerare tutti gli aspetti legali, fiscali e finanziari legati alla transazione. In questo articolo, forniremo una spiegazione semplice su cosa comportano le fusioni e acquisizioni, come funziona il processo in Italia e i principali passaggi coinvolti. Le fusioni e acquisizioni (“Mergers & Acquisitions” - M&A) possono essere un pilastro importante nell’implementazione della propria strategia aziendale. Se un'azienda cerca di espandere la propria presenza sul mercato, ottenere un vantaggio competitivo o razionalizzare le proprie operazioni, una operazione di M&A può essere uno strumento per raggiungere questi obiettivi. Tuttavia, per chi non ha familiarità con il processo, le fusioni e acquisizioni possono sembrare complesse, specialmente in paesi come l'Italia, dove entrano in gioco diversi fattori legali, normativi e culturali.
Cosa sono fusioni e acquisizioni?
• Fusione: Si ha una fusione quando due società si uniscono per formare un'unica entità. Tipicamente, una delle società incorpora l’altra oppure entrambe le società concordano volontariamente di fondere le proprie operazioni e condividere la proprietà in una nuova entità giuridica.
• Acquisizione: In un'acquisizione, una società acquista un'altra (tramite acquisto di azioni/quote o acquisto di azienda). La società acquisita può cessare di esistere come entità separata o continuare a operare sotto il proprio nome.
In entrambi i casi, l'obiettivo è creare valore per i soci generando crescita, creando sinergie e migliorando la performance aziendale.
Le operazioni di fusioni e acquisizioni in Italia, specialmente quelle che coinvolgono società o asset di proprietà privata, possono essere strutturate in diversi modi:
• Cessione di azioni/quote (“share deal”): L'acquirente acquisisce le azioni/quote della società target.
• Cessione di azienda o ramo di azienda (“asset deal”): Vengono trasferiti all'acquirente specifici beni o unità aziendali.
• Scissione (“carve-out”): Viene creata dal venditore una nuova entità per detenere determinati beni, che vengono poi trasferiti all'acquirente.
• Aumento di Capitale: Un investitore può entrare nella società ricevendo nuove azioni/quote tramite un aumento di capitale.
Le negoziazioni tra acquirenti e venditori coinvolgono spesso consulenti (consulenti fiscali, avvocati e commercialisti) e possono variare da trattative private a processi d'asta competitivi con più offerenti. Tipicamente, l'intero processo richiede sei mesi, sebbene operazioni più complesse possano richiedere un anno o più per essere finalizzate.
Quadro Normativo nelle M&A in Italia
In Italia, la maggior parte delle transazioni di M&A avviene tra imprese private, e le parti sono solitamente libere di scegliere la legge applicabile, sebbene la legge italiana venga comunemente applicata. L'Italia segue il principio consensuale, dove la proprietà viene trasferita una volta che le parti raggiungono un accordo, ma sono necessarie specifiche formalità, come l'intervento di un notaio, per i trasferimenti di beni o azioni. Tuttavia, lo statuto della società o i patti parasociali possono includere regole specifiche sui trasferimenti di azioni/quote, come diritti di prelazione (che danno ai soci esistenti il diritto di prelazione) o clausole di trascinamento (“drag-along”), che consentono ai soci di maggioranza di obbligare i soci di minoranza a vendere durante una fase di vendita della società. Il trasferimento deve essere registrato presso il Registro delle Imprese della Camera di Commercio competente, dove la società ha la propria sede legale, spesso comportando costi minimi. Per le società per azioni, il trasferimento delle azioni richiede la registrazione dei nuovi azionisti nel libro soci. Per le società a responsabilità limitata, è necessario un atto notarile. Queste formalità garantiscono che l'acquirente ottenga la piena proprietà e diritti, con il venditore che garantisce il titolo di proprietà. Per prevenire problemi di antitrust, alcuni trasferimenti potrebbero anche dover essere segnalati alle autorità antitrust italiane ed europee, se superano specifiche soglie di fatturato, aggiornate annualmente. Inoltre, l'Italia applica la disciplina del “Golden Power”, che consente al governo di esaminare o bloccare determinate operazioni in settori chiave (ad esempio difesa, telecomunicazioni, energia) per proteggere gli interessi nazionali. Le transazioni in settori regolamentati, come finanza e assicurazioni, potrebbero anche necessitare di approvazione da parte delle autorità di regolamentazione come la Banca d'Italia.
Fasi tipiche di un'operazione di M&A
Fase precontrattuale
• Negoziazione in buona fede: La legge italiana richiede che le parti negozino in buona fede, con l'art. 1337 del Codice civile che consente di poter richiedere danni in caso di violazione.
• Lettera di Intenti: È comune che le parti firmino una lettera di intenti o un memorandum d'intesa (“memorandum of understanding”) prima delle negoziazioni, stabilendo un impegno a negoziare in buona fede. Un accordo di riservatezza (“confidendiality agreement”) può accompagnare la lettera di intenti.
• Due Diligence: In un processo di fusioni e acquisizioni, è cruciale coprire aspetti legali, lavorativi, fiscali e finanziari, oltre a questioni di compliance (ambientali, protezione dei dati). La due diligence viene solitamente condotta attraverso una revisione sistematica dei documenti finanziari, legali, dei processi operativi e delle pratiche di compliance della società target. Tali informazioni vengono solitamente messe a disposizione dal venditore all'acquirente tramite una data room virtuale. Gli acquirenti possono accedere a determinate informazioni sulla società target anche tramite il Registro delle Imprese (dettagli delle azioni, azionisti registrati, trasferimenti passati, statuti e bilanci).
Fase contrattuale
• Accordo di acquisizione: Una volta completata la due diligence o talvolta durante l'ultima parte del processo di due diligence, le parti negoziano i documenti di acquisizione, in particolare il contratto di compravendita (“Sale and Purchase Agreement” – SPA), che spesso include un certo insieme di clausole contrattuali come, ad esempio, il meccanismo di determinazione del prezzo, le condizioni sospensive, il periodo intermedio, la regolazione della chiusura, le dichiarazioni e le garanzie (“Representations & Warranties”) fornite dal venditore riguardo all'attività della società e le relative indennità. Se il venditore viola queste garanzie, l'acquirente può avere diritto a un risarcimento. Per limitare i rischi, gli accordi spesso stabiliscono limiti sulle indennità e definiscono specifici termini di validità delle garanzie.
Prezzi e finanziamento nelle M&A
Il prezzo in un’operazione di M&A si basa tipicamente sul valore del capitale economico (“Enterprise Value”), che può essere calcolato secondo diversi meccanismi, tra cui, un metodo spesso utilizzo è il metodo dei multipli basato sull’EBITDA (Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation, and Amortization; equivale principalmente al reddito operativo, aumentato degli ammortamenti). Il valore del capitale economico viene poi rettificato per arrivare al valore del patrimonio netto (il prezzo effettivamente pagato dall'acquirente). Le rettifiche più comuni riguardano la posizione finanziaria netta e le variazioni del capitale del circolante fino al momento del “closing” della transazione. Per garantire una valutazione di azienda accurata e corretta, le aziende spesso coinvolgono esperti come commercialisti. Il pagamento avviene solitamente in cash alla chiusura, ma le modalità di pagamento possono variare, con clausole di “earn-out” che consentono ai venditori di ricevere ulteriori pagamenti in base alle future prestazioni dell'azienda. I depositi a garanzia (“escrows accounts”) sono comuni nelle transazioni transfrontaliere per trattenere parte del prezzo di acquisto fino al soddisfacimento di determinate condizioni. Le opzioni di finanziamento includono transazioni in cash, pagamenti differiti (p.e. il prestito del venditore) o il finanziamento bancario. Tuttavia, ci sono limitazioni sul coinvolgimento della società target nel finanziamento della propria acquisizione. Una struttura alternativa per finanziare l'acquisizione di un target utilizzando i propri flussi di cassa è il cosiddetto “(merger) leveraged buy-out – MLBO/LBO”, seguito da una fusione tra il target e del veicolo di acquisizione (“special purpose vehicle” – SPV).
Finalizzazione dell'operazione
L'ultima fase di una transazione M&A è il “closing”, quando la proprietà viene ufficialmente trasferita. In Italia, le procedure di chiusura richiedono l'intervento di un notaio per garantire che tutti i documenti siano legalmente vincolanti. La legge italiana riconosce la firma elettronica, se utilizzata correttamente, rendendo più facile finalizzare gli accordi da remoto. Tuttavia, in alcuni casi, potrebbero essere ancora richiesti documenti fisici e firme. Possono anche essere concordati degli impegni post-chiusura, che possono includere clausole di non concorrenza per i venditori, impedendo loro di avviare un'attività concorrente per un periodo specificato (un limite di cinque anni ai sensi dell'art. 2557 del Codice Civile). I venditori potrebbero anche essere tenuti a rimanere nella società per un periodo di transizione per garantire un passaggio di consegne fluido.
In sintesi, navigare con successo tra le complessità legali, fiscali, finanziarie e culturali del mercato italiano richiede una pianificazione meticolosa e una consulenza esperta. Se Lei fosse un acquirente strategico, una società di private equity o un investitore privato che intende acquisire un'azienda o acquistare una partecipazione in una società in Italia, non esiti a contattarci. Possiamo offrirle assistenza a 360° in ogni fase di una transazione di M&A in Italia, compresa la valutazione dell'azienda target e la organizzazione ed il coordinamento di transazioni di M&A.